Gordiano Lupi - Il tipo delle foglie di Fabio Izzo

Gordiano Lupi – Il tipo delle foglie di Fabio Izzo

Fabio Izzo
Il tipo delle foglie
Terra d’ulivi Edizioni
Pag. 90 Euro 13

Conosco Fabio Izzo sin dai tempi di Eco a perdere, pubblicato con Il Foglio Letterario nel 2005, ho mandato in stampa altri ottimi libri, alcuni presentati al Premio Strega, come To Jest, infine ho letto tutto di un autore piemontese che vive ad Acqui Terme, ai confini del mondo di Pavese. Il tipo delle foglie è la sua prima (riuscita!) raccolta di poesie che tratteggia la personalità di uno scrittore innamorato dei dettagli perché il quadro d’insieme gli sembra desolante, frequenta amici fantastici perché sono tutti immaginari, vive un’esistenza che ha una sola costante: il disinteresse nei confronti delle cazzate. Izzo non sposa più alcuna causa, perché non sa quanto gli costerebbe il divorzio, non sa quanto condivida questo passaggio, forse un poco lo immagina, perché ci conosciamo bene. In compenso cerca la vera poesia, che sarebbe tra due persone, non tra due pagine, e non è facile da trovare; è consapevole che il problema non sono gli altri a non capirlo, ma è lui a non capire più nessuno, consolati caro poeta, sei in buona compagnia, è sempre più difficile capire un mondo popolato da lettori di telefonini e seguitori di pagine Instagram. Izzo ha smesso di scrivere lettere d’amore, proprio come Pessoa, e sa di essere soltanto un bugiardo uomo in fuga con il naso pulito. Il tipo delle foglie segna il tempo della sua vita, non passa il sabato e neppure la domenica, è uno spazzino dei sentimenti che riempie le giornate vuote, lavora di ramazza e se ne sta come una gondola in piazza ad ascoltare l’autunno, l’amore è un lusso che non può permettersi. Il poeta, dopo aver scritto così tanto di foglie, si rende conto perché si dedichi a loro: a differenza degli uomini, le foglie cadono unite. Tra tanta poesia il lettore incontra una straordinaria prosa poetica intitolata Stenti tecnologici che si apre con una frase emblematica: casa è ogni luogo dove si possa trovare un sorriso. La chiusura, dopo la visione di un mondo popolato da persone che vivono testa china su tablet o pc, non può essere che la tristezza di sentirsi un’apparizione, un fantasma legato dal loro filo temporale. Poesia intrisa di pessimismo leopardiano, soffusa di emozioni che rimandano a Pavese e ai poeti polacchi che Izzo traduce, permeata di sensazioni in attesa che venga qualcuno a salvarlo da peccati che non hanno nemmeno il pregio di essere originali. Izzo è il poeta di una generazione sconfitta che ha imparato bene il valore della merce ma che non sa niente della libertà di scelta; un collezionista di ricordi che calpesta il campo di calcio della sua prima partita calciando un pallone di povero cuoio che si stampa inesorabilmente sulla traversa. Abbiamo le stesse emozioni, caro Fabio, scriviamo le stesse cose in modo diverso, d’altra parte non frequentiamo l’editoria ma cerchiamo – con fatica, certo, con molta fatica – di trasformare in poesia la nostra esistenza quotidiana e di rendere lo squallore che ci circonda degno di comporre una piccola letteratura. Bravo Izzo, Il tipo delle foglie è un libro straordinario, che mette di fronte il lettore a tutte le sue debolezze, come se invece di sfogliare pagine riflettesse la sua immagine in uno specchio.

Gordiano Lupi