Canzoni per la sveglia di settembre
Gordiano Lupi: “L’avvelenata” di Francesco Guccini
L’avvelenata è la mia canzone dal 1976, forse era un destino, chi può saperlo … ora come ora mi vedo molto bene nel ritornello “voi che lo potete fate bene ad aver le tasche piene e non solo i coglioni”. Leitmotiv che si conclude inevitabilmente nel solito modo, ché pure se avessi previsto tutto questo farei lo stesso, come dice Popeye sono chi sono e quel che sono, ecco tutto quel che sono. Guccini e Segar non sono Proust ma hanno un loro perché.
Patrice Avella: “Foresta Negra” dei Sankta Kruco
Fondamentalmente perché sono un adoratore del male e i Sankta Kruco appagano la mia brama di sangue e dolore.
Mirko Tondi: “Baba O’Riley” degli Who (1971)
“Scelgo Baba O’Riley perché sono infinite le volte in cui da ragazzo ho immaginato di mulinare le braccia sulla chitarra alla maniera di Pete Townshend, scelgo Baba O’Riley perché mi ricorda S.O.S. – Summer of Sam di Spike Lee, scelgo Baba O’Riley perché ero all’Hyde Park di Londra quando gli Who si riunirono in tour dopo ventitré anni e nel momento in cui la suonarono mi sembrò di stare dentro a una specie di sogno, scelgo Baba O’Riley perché apre uno degli album più belli e significativi della storia della musica, scelgo Baba O’Riley perché qui i sintetizzatori riescono a stare insieme a un assolo di violino, perché il testo è un inno generazionale e perché il finale del pezzo, molto semplicemente, è una bomba.”
Fabio Marangoni: “Running Free” degli Iron Maiden
“Perché è stato uno dei primi, se non il primo, cd di heavy metal a entrare in casa mia, era l’inizio degli anni Novanta e ce l’ho tuttora, non ha neanche i testi, ma aprendo la copertina c’è una sola fumosa foto live della band, forse uno dei primissimi concerti di un gruppo allora sconosciuto… era il 1980, quella carica fresca e immediata è una corsa che non si è mai fermata.”
Samuele De Marchi: “A Day in The Life” dei Beatles
Perché il testo e la musica oscillano tra la vita, la morte e il sogno. Qualcosa di inafferrabile e infinito.
Angelo Barraco – “Bound For The Floor” dei Local H
Ho lavorato per settimane ad un’inchiesta sull’11 settembre e dovrebbe uscire proprio oggi. Un lavorone che mi ha tenuto impegnato a lungo tra Italia e USA (non fisicamente, intendiamoci). Ho intervistato americani che hanno vissuto quell’immane tragedia, che hanno perso amici, colleghi, beni economici e adulti che erano bambini e ricordano perfettamente il forte shock subito. Un lavorone insomma. Per smorzare i toni ho voluto mettere su i Local H e un loro brano allegro e spensierato.
Commenti recenti