Gordiano Lupi – Su Emilio Ballagas
Emilio Ballagas
PRIMEROS POEMAS
-Poesie Giovanili –
(traduzioni di Gordiano Lupi)
(1925 – 1929)
Commiato
A Clara Varela
So che agonizzi, che la tua vita svanisce
come la nebbia sotto il sole nascente.
La voce che da bambino mi cullava
trema come una fiamma debolmente.
I tuoi materni occhi già non brillano
con il fuoco sacro della vita
e delirante, così, indebolita
sogni che mille spine ti trafiggano.
Addio, non tornerai, sei in partenza
E dell’ignoto attraverserai i mari.
Una nave d’enigma è il morire.
E io dalla spiaggia della mia vita
ti dico addio dalla sponda del dolore
agitando il fazzoletto della mia ferita.
(1925)
Povero roseto del cuore …
Povero roseto del cuore. Le rose
sono tutte appassite, una a una.
Nel giardino amico non resta nessuna
delle tenere sorelle odorose.
Se n’andarono le più pure. Le serene,
dolci e pensierose … Le più rosse,
le più bianche, secche ormai le foglie,
solo restano spine nazarene.
Resta vuoto il cuore. L’orto
dove compose il suo nido l’allegria
e cantò il passero il suo trionfale concerto,
sfioriva al soffio della stazione fredda.
E sotto la gialla luce d’un sole incerto
l’inno si trasforma in elegia!
(1926)
SOTTO I MIEI PIEDI
Così fu
che la strada curò i suoi dolori
e coprì la brutta piaga
della sua buca,
vestendo corazza d’asfalto.
Diventò Nera e Dura
e noi dicemmo tutti:
“non la tormenta il traffico costante
non la disturba il peso dei camion
né la ferisce la velocità delle ford.
È diventata invulnerabile
all’oltraggio e a tutti …”
… Ma ieri notte
la incontrai
appena terminata d’annaffiare
-intrisa come di pianto-
riflettendo le luci della città
e mi dette da bere un sorso d’iris.
Antenas, Camagüey, 1 Novembre 1928
CLOSE-UP
La mia solitudine accolga
le sue lunghe braccia al mio collo
per avvolgermi nel suo gelido afflato
di nostalgia.
Il bucchero, i mobili, le tende
e il Quadro Grande
del deserto salone
hanno fatto Silenzio Assoluto
-come nelle pellicole-
per vederci confusi
in un solo Bacio
-Metro Goldwin Mayer-
fino a quando si chiuderà
poco a poco
il close-up.
Antenas, 1 Novembre 1928
Close-up è termine cinematografico, il nostro Primo piano (ndt)
POESIA DELL’INQUIETUDINE
Povera barca legata alla sponda,
come un ragazzino dentro la scuola
assetato di giochi.
Povera barca, barca, barca ninfa
barca folle
inquieta e ansiosa di spiagge lontane.
Povera barca affamata di porti,
se io ti sciogliessi salperesti correndo
saltando e ridendo
insieme alle onde ridenti e schiumose
insieme alle onde allegre e gaudenti.
Conosco l’ansia di chi vive legato,
comprendo l’angoscia di chi vorrebbe,
… ma è sottomesso.
Zeppelin che sogni di divorare le miglia:
legato a un albero, se io ti sciogliessi!
-Zeppelin prigioniero:
Fuori il tuo pilota
viaggia senza meta in raid senza tappe.
Antenas, 1 dicembre 1928 – (Zeppelin è un tipo di dirigibile (ndt))
CHIESA
(a Felipe Pichardo)
Chiesetta
nascosta in un angolo della piazza
vecchia auto scassata
impolverata di silenzio,
mentre al tuo fianco scorrazzano
giovani veicoli.
Rifugio
nella dimora chiassosa
della città.
Nonnina
raggrinzita dagli anni
la tua parete centenaria:
solo ti visitiamo ogni domenica
-gli altri giorni impegni e sport-
e ti vediamo fare la calza
con l’ago del tuo parafulmini
e il gomitolo interminabile dei giorni.
Chiesa – anima d’ostia
incenso e cero vivo –
palpita così lento
il tuo cuore di bronzo,
sempre in penitenza
prostrata
nell’inginocchiatoio duro
dei tuoi principi.
Chiesetta:
con le tue braccia tese al cielo
e giunte le mani
in una sola Torre.
Antenas, 1 Gennaio 1929
IO, VASAIO
Vasaio vestito di spuma
di fronte alla mia ruota
e a un poco di creta.
Vasaio dalle mani tiepide
impasto il freddo della creta umida.
Io, vasaio
modello l’anfora d’un sogno,
vasaio dalle mani timide
impasto la creta della mia allegria
e della mia tristezza,
la creta del mio canto
la creta della mia vita.
Vasaio pulito:
abito di spuma, mani d’aria
grembiule di nube
-operaio tutto bianco-
Tutto bianco …
Malgrado tutto, Signor …, la creta
la creta fredda e umida.
Antenas, 1 Gennaio 1929
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