Fabio Marangoni – Camera Oscura – “Silent Night. Deadly Night”
“Zitto, non ti può aiutare… nessuno può! Hai paura vero? Dovresti averne!
La Vigilia di Natale è sempre la notte più paurosa dell’anno, avrei paura anch’io fossi in te, lo sai cosa succede la Vigilia di Natale vero, tu sai tutto su Babbo Natale?”
“So che porta i regali a tutti i bambini buoni…”
“Ahahah, questo ti ha detto tuo padre? Tutte frottole! Babbo Natale porta i regali a quelli che sono stati bravi tutto l’anno, a quelli che non hanno fatto nulla di male, non ti ha detto che a tutti gli altri, a tutti quelli cattivi, lui viene a punirli? Allora dimmi un po’ ragazzo, tu sei stato bravo tutto l’anno? No? Dammi retta: se vedi Babbo Natale stanotte è meglio che scappi, è meglio che scappi più che puoi!!!”
Edificante dialogo tra il nonno e Billy
Silent Night, Deadly Nightè un film del 1984 diretto da Charles E. Sellier Jr., distribuito in Italia col titolo di “Natale di sangue” – da non confondersi con “Black Christmas” di Bob Clark anch’esso talvolta sottotitolato così – ed è il primo di una serie di pellicole con protagonista un killer vestito da Babbo Natale.
Prima ma non l’unica, infatti a macchiare di rosso la candida neve sotto l’abete addobbato ci hanno pensato in tanti con sequel e (poco) estro che vedono coinvolti persino pupazzi di neve (“Jack Frost”, 1996, di Michael Cooney) e omini di marzapane (“The Gingerdead Man”, 2005, diretto nientemeno che da Charles Band, una garanzia del b-movie d’oltreoceano). Ma andiamo con ordine, troppo arrosto sul fuoco non arriva ben cotto alla Vigilia.
Trama
Vigilia di Natale. Famigliola modello americana composta da mamma, papà e due pargoli, viaggia a bordo della familiare con sottofondo radiofonico natalizio, destinazione l’istituto di cura dove è parcheggiato il nonno catatonico.
Il piccolo Billy è agitato, non sta più nell’attesa di ricevere i regali, ma dopo l’incontro col nonno cambierà opinione su Babbo Natale e comincerà a temerlo. Ma ildestino quella stessa notte lo metterà sulla sua strada tanto da cambiargli profondamente la vita.
Lo ritroviamo in orfanotrofio, insofferente alle regole, ma soprattutto con la fobia del Natale e dell’uomo di rosso vestito, un trauma che non ha superato e che nasconde sottopelle, pronto a esplodere,e questo avverrà nel momento in cui si troverà a indossarei panni del suo “nemico” convincendosi del suo compito di punire chi non è stato bravo tutto l’anno, secondo quanto gli aveva detto il nonno.
E qui mi fermo, fedele alla mia regola di non “spoilerare”i contenuti del film, anche perché gli horror spesso non brillano di intrecci particolarmente arguti e raccontare per filo e per segnostilewikipedia ocerti blogger fa passare la voglia di vederlo.
Non è questo comunque il caso: infatti, nonostante “Natale di sangue” sia ascrivibile al filone degli slashermovie, ossia quelle pellicole dove un maniaco più o meno mascherato e invulnerabile semina il panico uccidendo chiunque capiti a tiro, la sceneggiatura gode di una discreta scrittura in quanto tratta dal romanzo di Paul Caimi “SlayRide” che per una buona metà della sua durata non mette in scena un rituale perpetuo che gli amanti del genere conoscono bene, ma costruisce il personaggio principale Billy (interpretato da due attori, Danny Wagner da bambino e Robert Brian Wilson da adulto) dandogli uno spessore emotivo non comune in un prodotto del genere, destinato a “fare cassetta” e poco più.
E’ innegabile il debito con “Halloween” (1978) di John Carpenter, film seminale che ha dettato le regole di un genere infinito e sempre uguale a se stesso:in comune c’è il trauma infantile ma, a differenza di Michael, Billy non indossa una maschera bensì un costume vero e proprio, anche sea volto scoperto: sappiamo chi è e sappiamo anche che non è immortale come il personaggio creato da Carpenter che, ci farà intuire alla fine del film, èun qualcosa di sovrumano. Billy invecemorirà come le sue vittime sono morte per mano sua.
L’altro punto in comune è il ruolo di un personaggio: quello di “sorella Margaret” interpretato da Gilmer McCormick, e quello speculare svolto nell’altro film dall’iconico Dr. Sam Loomis (Donald Pleasence).
Sorella Margaret cerca di fermare Billy prima che sia troppo tardi, è l’unica ad aver compreso la fobia del ragazzo cresciuto sotto le grinfie della madre superiora chegli ha inculcato il concetto del “punire è giusto, punire è bello” che Billy applicherà senza fare sconti a nessuno; nella corsa contro il tempo l’accompagna lo sceriffo del paese, altro personaggio tipico di questo plot.
Nel cast spicca un nome, un’attrice cult, una “scream queen” – letteralmente “regina dell’urlo”, ossia colei che in un film horror scappa urlando dal maniaco di turno e solitamente non fa una bella fine –.Stoparlando di Linnea Quigley; vera icona sexy, nata a Davenport nel 1958,ha partecipato a un centinaio di film tra cinema e televisione. Nonsolo, è anche un’affermata musicista:chi ha la mia età la ricorderà nei panni di una punk dai capelli rossi mentre improvvisa uno strip su un sarcofago in piena notte nel celebre “Il ritorno dei morti viventi” (1985, di Dan O’Bannon). Quiinvece è nei panni (pochi) di una babysitter – altro personaggio immancabile in uno slasher – che amoreggia su un tavolo da biliardo col suo bellimbusto, finché farà loro visita Babbo Natale. E non sarà una bella visita.
Per quanto riguarda la distribuzione,l’unica edizione dvd italiana al momento è quella uscita nella collana “Cult Horror” della Quinto Piano, distribuita anche in edicola ai tempi, priva di qualsiasi contenuto extra, qualità audio/video… vintage, ma ad un prezzo popolare, peccato siafuori catalogo da tempo.
Ma il problema non è questo, perchè è facilmente reperibile nell’usato – io l’ho trovata in un mercatino – bensì la durata, dichiarati 79 minuti contro gli 86 della versione integrale ed è facile intuire dove il censore ha sforbiciato: per esempio quando il nostro Santa Claus degenere nascosto nella boscaglia entra in azione sul bulletto che ha appena fregato uno slittino e si sta godendo la discesa sulla neve, zlock, la testa vola via di netto, la telecamera segue il busto reciso ancorato alla slitta, indugiando, finchè non atterra la capoccia dallo sguardo esterefatto al fianco, fine della corsa.
“Silent Night, Deadly Night” non ebbe vita facile nelle sale cinematografiche, fu infatti contrastato dai movimenti dei genitori (vedi il nostrano “moige”) che non tollerevano la figura di un Santa Claus omicida, oltre alla solita critica ostile, ma tant’é si rifece sul lungo periodo, ed ebbe quattro sequel dal 1987 al 1992 – mai distribuiti in Italia, ma in rete qualcosa c’è, non doppiato ovviamente –.Poi,dopo un silenzio di vent’anni, arriva un “remake”, col titolo smart di “Silent Night” ed è anchedi questo che voglio parlarvi.Ritenetelo il mio regalo di Natale, una quasi doppia recensione, in via del tutto eccezionale, perché il rosso dona anche all’horror, non vi pare?
All’apparenza il film del 2012 sembra non avere niente a che spartire col primo della serie, a parte il killer vestito da Babbo Natale s’intende, perché parte subito in quarta col primo omicidio senza l’ampio preambolo sull’infanzia dell’assassino e il trauma scatenante, invece cita palesemente l’originale in almeno tre sequenze – e chissà che non citi i sequel… –:nella prima un giovanotto si reca a far visita al nonno in stato catatonico in una casa di cura, tanto da soffiargli sotto il naso i soldi dal portafogli, quando questi ha uno scatto,e ripete le stesse parole che il nonno dice al piccolo Billy sulla pericolosità di Santa Claus. Nella seconda,una biondina con lo stesso ruolo discinto che fu di Linnea Quigley fa la medesima fine e subito dopo, proprio come nell’originale, l’inquietante figuro incontra la sorellina minore che ignara di tutto gli chiede un dono, lui le lascia un “ferro del mestiere” ancora caldo e se ne va come niente fosse.
Il film è uscito direttamente in dvd anche negli Stati Uniti:diretto da Steven C. Miller,classe ’81, che debutta nel 2006 con “Automaton Transfusion”, uno zombie movie a basso costo distribuito dalla specializzata Dimension Films arrivato anche da noi, strano ma vero, nientemeno che nelle edicole qualche anno fa. Ad oggi ha all’attivo una dozzina di film, tutti “direct to video” (cioè destinati al mercato dell’home video o tv via cavo) perlopiù action. Qui con un budget senz’altro superiore realizza un buon lavoro, ben diretto e curato nella fotografia “natalizia” anche nelle scene notturne e con un cast che vede tra i protagonisti nomi di rilievo come Malcom McDowell nei panni dello sceriffo del proverbiale tranquillo paesino piombato nel caos la vigilia di Natale. Jaime King è l’agente Aubrey Bradimore nel ruolo principale, con anche una componente “psicologica” in quanto figlia di agente di polizia e vedova da poco per un non precisato fatto di cui è stata responsabile.
Come tutti i maniaci che si rispettino, anche il nostro, un tizio “che porta il quarantacinque di scarpe ed è alto due metri”, è un moralista nel scegliersi le vittime (un’adolescente viziata, un prete laido, un fotografo e la modella di nudo sorpresi sul set) e predilige l’arma bianca, dall’iconografica ascia che campeggia nella locandina del capostipite al più spettacolare lanciafiamme che ha un significato nostalgico per l’assassino (del quale ignoriamo l’identità fino alla ricostruzione del trauma infantile negli ultimi minuti di pellicola), ma, la scena splatter clou è quella con protagonista un grosso biotrituratore che,vi anticipo,non sarà usato per sminuzzare rami e foglie secche…
L’unico appunto che mi sento di fare è rivolto alla colonna sonora di Kevin Riepl, musiche davvero troppo soft, di sottfondo, quasi inudibili, mentre sappiamo quanto conta un leit motiv incisivo in certe situazioni!
Silent Night è uno slasher con tutti i crismi del genere che non lascerà delusi i completisti, c’è tutto quello che ci deve essere e che ci si aspetta di trovare. Che poi potrebbe essere stato girato vent’anni fa o nel 1980 è un altro discorso.
Bene, è arrivato il momento di salutarci e di darci appuntamento qui fra qualche mese, la vigilia si avvicina e devo ultimare i pacchi. A proposito, siete sicuri di essere stati bravi tutto l’anno?
“– Noodles, cos’hai fatto in tutti questi anni?
– Sono andato a letto presto.”
C’era una volta in America.
Fabio Marangoni
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