Giulia Campinoti – Primi dilemmi tra i banchi di scuola
Settembre. È tempo di bilanci. L’estate sta finendo, cantavano i Righeira, e un anno se ne va. E infatti, ombrelloni, sdraio, sabbia, acqua di mare e creme solari vengono riposti con nostalgia, pronti ad esser rispolverati per l’anno a venire. Settembre è la levadei doveri, soprattutto scolastici, per 1.553.278 studenti italiani. Un milione gli iscritti al primo ciclo (473.294 nella scuola primaria e 537.330 nella scuola secondaria di primo grado) contro le 542.654 domande nei percorsi di istruzione e formazione di secondo grado. I dati del MIUR, però, parlano chiaro: rispetto all’anno scolastico 2018/2019, il calo delle iscrizioni è pari al 4,6% per la scuola primaria (-23.000 bimbi), mentre il ciclo della secondaria regista un ulteriore deficit pari ad altri 20.000 studenti in meno (-2,75%). Le statistiche dell’Istat sulla popolazione combaciano con questi dati, rivelandoci una diminuzione dei seienni del 4,4% negli ultimi tre anni. Preferenze sugli orari?Nella scuola primaria ne abbiamo:le richieste per l’aumento dell’orario settimanale di 40 ore volano al +40%. Lazio e Piemonte sono sul podio, con il +59,6% e il +58,5% di domande inoltrate; in Campania e Liguria fioccano nuove richieste orientate nella medesima direzione. Parlando di scuola secondaria, l’87% delle famiglie preferisce l’orario di 30 ore settimanali; il 2,6%, invece, sceglie quello a tempo pieno. In questo caso il divario regionale è meno accentuato: in Molise e in Puglia il 95% della popolazione indica il tempo ordinario. Passando ai percorsi di istruzione e formazione professionale, scopriamo che il 93,4% delle domande vira verso gli istituti superiori (in lieve aumento, rispetto al 92,8% dello scorso anno). In diminuzione troviamo le iscrizioni alla formazione in “sussidiarietà” (1,3% di iscritti) a vantaggio delle ammissioni ai centri di formazione regionale, gettonati dall’80% degli studenti delle leFP. Quali gli indirizzi più quotati? Analizzando gli ultimi tre anni, vince il liceo, aggiudicandosi il 54,6% degli iscritti. Lo scientifico e il classico spopolano: le Scienze Applicate, poi, con l’8,2% di studenti, è l’opzione che convince più in assoluto (+0,6% rispetto al 2017/2018). Il liceo classico, invece, registra un incremento del 6,7%. Chi ritiene di potersi diplomare in anticipo, opta per un percorso quadriennale: il 75,7% vira sul percorso liceale, sostanzialmente nell’indirizzo scientifico (43,2%). Negli istituti tecnici si riflette la maggior tendenza generale verso lo scientifico, con un 31% in più per materie di natura logica; il 19,7% di iscritti, infatti, sceglie con maggior interesse proprio l’indirizzo “Tecnologico”.Subiscono una notevole battuta di arresto gli istituti professionali, con solo il 13% delle domande, oltre al redifinimento degli indirizzi effettuato l’anno scorso. In netto calo anche le iscrizioni ai percorsi “leFP”, erogati dalle scuole in forma di sussudiarietà, in favore di quelli dei centri di formazione regionale. Gli istituti professionali sono quelli maggiormente colpiti dalla discesa; il percorso di Enogastronomia, il prediletto, nota un calo dello 0,2%, mentre i “Servizi commerciali” e di “Manutenzione e assistenza tecnica” tengono ancora banco. Negli istituti tecnici, lo 0,2% in meno va al settore “Economico” a causa della diminuzione del “Turismo”; il settore “Tecnologico”, invece, aumenta dello 0,3% per l’interesse generale maturato per “Informatica e telecomunicazioni” (+0,4%). In chiusura, si può affermare che le ragazze prediligono il liceo (60,5% degli iscritti), soprattutto in Coreutica del liceo musicale (+90,6%) e per le Scienze Umane (+88,6%). Negli istituti tecnici avviene l’esatto contrario, con un 70% di presenze maschili, arrivando persino all’83% nel settore Tecnologico. La maggioranza maschile è evidente nelle materie tecnico-scientifiche in quanto la componente femminile è declassata scendendo al di sotto della metà.Cosa accade, invece, se uno studente non è motivato?Le risposte possono esser molteplici: può verificarsi il fenomeno del drop out-giovani che abbandonano precocemente i banchi di scuola-oppure l’insoddisfazione può sfociare nel bullismo.Bullismo, cyberbullismo, se ne discorre spesso, ma di cosa si tratta? Il bullismo è una serie di azioni intimidatorie e denigranti attuate da bambini e adolescenti verso altri loro coetanei. Nel dettaglio, parliamo di premeditazione, insistenza nel tempo e squilibrio nel rapporto. In poche parole, il bullismo è una vicendevolezza fra coetanei fatta di atteggiamenti prepotenti, con uno scompenso di forze nella relazione, e con un decorso temporale dell’atteggiamento persecutorio. Il cyberbullismo, invece, ne è una derivazione: si procede a tormentare la vittima attraverso l’invio di messaggi oltraggiosi, ingiurie e foto mortificanti tramite SMS, e-mail divulgate, in chat o sui social network, con lo scopo di tormentare una persona per un lasso temporale più o meno lungo. Il fenomeno, secondo i dati del Telefono Azzurro riguardanti il 2017, è allarmante: in Italia, in media, si verifica un caso di bullismo al giorno. Il 10% delle richieste rivolte all’associazione riguarda proprio episodi di bullismo e cyberbullismo. Il 46% dei reclami proviene dal Nord Italia, poi il Sud e le Isole con il 31%, e infine il Centro con il 23%. La piaga, oggigiorno, non si ferma più alle angherie fra ragazzini della stessa età, bensì si estende anche a minacce e violenze contro gli insegnanti. Perché nasce il bullismo? Chi lo sa? Boh! Forse Freud saprebbe risponderci. I comuni mortali, però, possono formulare delle supposizioni: talvolta può esser la frustrazione a indurlo, in altri casi può trattarsi di noia pura e cruda. A silent voice,mangashōnenscritto e disegnato da Yoshitoki Ōimanel 2014,è un’opera nella quale si affrontano temi importanti, cioè l’invalidità e il bullismo. Ambientato fra le mura di una scuola giapponese, è un lavoro così particolare, relativo ad argomenti un pò spinosi, da aver affrontato una dura battaglia legale prima di poter essere pubblicato: l’autrice, supportata dalla Federazione giapponese dei sordi, ha infine vinto la causa contro la casa editrice Kondasha e ha così potuto infine veder realizzato il suo sogno. Quali sono le contromisure da attuare per poter arginare questo fenomeno? Altra domanda scomoda, alla quale le repliche, però, possono presentare varie soluzioni: il dialogo, con la famiglia, con i veri amici, può esser la miccia per accendere il coraggio necessario per denunciare i casi di soprusi, perché il silenzio non aiuta a debellare la piaga, al contrario, la alimenta! Si può chiedere aiuto e supporto alle associazioni, e cercare pian piano il modo di uscire dal pantano. Il Kiwanis Club, ad esempio, è un service club internazionale – una organizzazione no profit, con soci legati da rapporti di amicizia – che si adopera a diffondere alti ideali quali l’affiatamento e la fratellanza, e si impegna a effettuare opere di carità sia personalmente che attraverso le raccolte di fondi. Se siete in difficoltà, chiamateli!
Giulia Campinoti
L’incubo
Con lo ghigno atroce
e lo sguardo truce
arriva spavaldo, e la mia anima si riduce
ad esser vessata, soffrendo in croce
Giunto a casa, ho nello zaino i pezzi
dell’autostima mia frantumata, ma non ho i mezzi
per dire ai genitori miei preoccupati
che ho i sensi inginocchiati
Le parole muoiono stroncate
nelle mie corde ora stracciate
e il terrore mi paralizza
sapendo che il giorno dopo, l’incubo di nuovo si realizza
Forse un dì capirai
quando il dolore da te busserà
e a me ripenserai
chiedendoti quanto rimarrà
Io con fatica ho lottato
per ricucire quegli strappi
e, vedendoti, nulla ho provato
se non indifferenza, mentre dalla ruota scappi
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