Giulia Campinoti – Manga Fever – A silent voice
A silent voice (Koe no Katachi in madrepatria, letteralmente La forma della voce) è un manga shōnencomposto da 7 Tankōbon(volumi) nato dalle matite e dalla mente di Yoshitoki Ōima. L’opera, affrontando temi delicati e inconsueti per un lavoro appartenente al genere, ha incontrato parecchi ostacoli prima di vedere la luce della pubblicazione: l’autrice, infatti, ha dovuto combattere una tosta causa legale contro la casa editrice Kōdanshae, grazie al decisivo intervento della Federazione giapponese dei sordi, ha potuto vincere e conquistarsi il tanto agognato esordio. La storia ha per protagonista la piccola Shoko Nishimiya, una dolce bambina vessata e esclusa dai propri compagni di classe per colpa del suo handicap: è sordomuta. Il principale aguzzino di Shoko è Shoya Ishida il quale, per far fronte all’estenuante “noia” da lui provata, comincia un giorno a vesseggiarla, fino a perpetuare nel tempo angherie di ogni tipo, diventando un bulletto di prim’ordine. Shoko, infine, cambierà istituto, a seguito di furti e distruzioni degli apparecchi acustici dall’elevato costo economico. La vita, si sa, prima o poi ti presenta il conto, e anni dopo, Shoya passa dalla padella alla brace: tanti coetanei, prima al suo fianco nelle scorribande da mezzi delinquenti ai danni di Shoko, passano dalla parte del nemico, ossia cominciano a fare gli arroganti e gli spavaldi con lui, trasformando così l’aguzzino in vittima. A questo punto, Shoya, riflette sull’entità delle sue azioni passate, e ora che è isolato dalla società, comincia a provare un certo desiderio di riscatto e di redenzione delle sue colpe. Sono trascorsi tanti anni da allora, eppure un giorno Shoya e Shoko si incontrano di nuovo e…
A silent voice è una piccola perla, un gioiellino disegnato alla perfezione, e fra le pagine i sentimenti dei personaggi traspaiono e si scagliano nell’emotività del lettore, lasciandolo quando sconvolto, quando commosso, quando intento a pensare alla crudeltà umana, quando alla difficoltà di convivere con un handicap, quando agli errori fatti e a quanto si possa attuare per cercar di rimediarvi, quando alla preziosità dell’affetto familiare, e a quanto il perdono sia il più potente elisir nei confronti delle colpe, e a quanto lavi via le macchie delle cattiverie passate, pronti ad un nuovo inizio nel presente, più positivo, più propositivo, annunciando a quel punto l’avvento di un futuro nettamente migliore. A silent voice vi conquisterà, e sicuramente saprà meritarsi il proprio posto in una collezione nipponica di tutto rispetto.
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