Vincenzo Trama – “I cani ci odiano?” di Biagio Bagini
Biagio Bagini
I cani ci odiano?
Augh! Edizioni – collana Frecce – 162 pagine – Euro 14,00
Biagio Bagini, scrittore e musicista, ha all’attivo diversi progetti culturali; è paroliere per la radio, chitarrista nel duo “Conciorto”, ensamble che musica con ortaggi e verdure, insomma, non è di certo solito stare con le mani in mano. O zampe, bisognerebbe dire parafrasando il suo ultimo romanzo, uscito per i tipi di Augh! Edizioni.
I cani ci odiano? è un romanzo in cui il ribaltamento prospettico è il protagonista principale; i cani hanno il pieno dominio sul mondo che abitano, il pianeta Laika, e gli esseri umani sono addomesticati apprendendo esercizi o attività che possano intrattenere quelli che una volta erano i migliori amici dell’uomo. La vicenda è narrata in prima persona da Pot, il cui padrone, il labrador Buck, è solito portarlo a fare una passeggiata prima di farlo esibire nella sua specialità di intrattenitore. Pot infatti è un inventore di storie e proprio per questo, in quanto autore del libro I cani ci odiano (senza dubitativo, stavolta) viene scelto per una missione segreta dal nome “Volpe Rossa”. Sarà per lui l’occasione di comprendere come la realtà non è come gli appare, a partire dalla stessa Laika, che gli si presenterà sotto una nuova veste – o sarebbe meglio dire, per chi ha letto il libro – una nuova faccia. E avrà modo di compiere un viaggio a ritroso nella storia dell’umanità – o della caninità? – in cui scoprirà quanto la presenza del mondo animale abbia da sempre avuto molti più punti in comune con il sentire dell’uomo stesso, soprattutto in senso negativo.
I cani ci odiano? è un distopico puro, non di semplice lettura. Richiede un’immersione nel mood Bagini che non è scontato, specie se non si è appassionati a questo tipo di narrativa. Io personalmente ho trovato ben congeniata la natura quasi cronachistica della seconda parte del libro, dove l’autore si diverte a capovolgere la storia dell’uomo con digressioni fantascientifiche spassose e di grande efficacia – come ad esempio la nascita e la caduta del caninismo – che richiamano la storia dell’uomo, parodiandola con espliciti riferimenti ma mantenendo la distanza di sicurezza: è pur sempre dei cani che l’autore vuole parlare.
Sarete catturati da questo libro solo se ne accetterete la diversità strutturale, adattandovi alla follia animalesca del suo autore; non ci troverete un classico romanzo, né una disamina sul mondo canino. O meglio, ci troverete tutto questo, solo con qualche tocco visionario in più.
Un romanzo acidamente weird, lontano dal canone contemporaneo italiano. Doppiamente meritevole d’attenzione da parte nostra, quindi.
Vincenzo Trama
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