Un’oscura via di città vecchia – Gordiano Lupi
Spesso, come Umberto Saba, per ritornare alla mia nuova casa, prendo un’oscura via di città vecchia, una strada dove un tempo c’era vita e adesso stan demolendo persino un altoforno, polveri vaganti libere per l’aria, portoni con tante case sfitte, malandate, buche per strada, magazzini con serrande disastrate e vecchi fondi da tempo abbandonati. Qui tra la gente che viene e va, nuova classe operaia multicolore, ritrovo frammenti di passato, rivedo il prete con la sua tonaca nera, sento il fabbro che stride, il carrozziere che batte le lamiere e poi vernicia, vedo bottiglie d’acque minerali in un deposito che da tempo è chiuso, il falegname tra la pialla e i trucioli, osservo quel gran porto di mare del mio passato, il mio infinito, il mio tempo perduto. Ricordo i bimbi con le biglie, e io con loro, le figurine strappate e i fumetti poco colorati, rivedo la prostituta del portone accanto, sento gli odori delle chiostre nere, osservo il finto tramonto dell’acciaieria, la colata continua, lo stabilimento, sento il profumo della schiaccia, delle bocche di leone, poco distante, venire dal forno prima della scuola. Vagabondo ancora per abbandonar la sera, per ritornare stanco a quel mio mare, catalogando in fretta i miei ricordi, carta e penna, come si faceva, lo so che serviranno per racconti, come so che non riusciranno mai a fermare il tempo.
Gordiano Lupi
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