Angelo Barraco – “Sergio Endrigo, mio padre” di Claudia Endrigo
La 68esima edizione del Festival di Sanremo, con al timone Claudio Baglioni, accompagnato da Pierfrancesco Favino e Michelle Hunziker, si è conclusa tra gli allori di un successo di pubblico e critica inaspettato. Numerosi gli ambiti premi assegnati agli artisti nel corso della serata finale, immancabili le polemiche che si sono susseguite: dal brano di Ermal Meta e Fabrizio Moro “Non mi avete fatto niente” che si è aggiudicato la vittoria del Festival, fino ai prestigiosi riconoscimenti assegnati agli artisti. Il Premio RAI Sergio Endrigo per la migliore interpretazione è andato a Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico con il brano ‘Imparare ad amarsi’. Un omaggio al grande cantautore italiano che nel 1968 vinse il Festival di Sanremo, in coppia con Roberto Carlos, con il brano “Canzone per te”. Ornella Vanoni ha regalato al pubblico dell’Ariston un’interpretazione del suo brano “Imparare ad amarsi” degna di nota, impreziosita dalla sua proverbiale eleganza, raffinatezza e dai colore tenui con sfumature senza tempo, che hanno rievocato un passato musicale tanto caro agli italiani figli di un tempo ormai desueto. Ospiti speciali della serata finale Il trio de Il Volo, che hanno voluto rendere omaggio a Sergio Endrigo portando sul palco “Canzone per te” cantata in coppia con Baglioni. Le doti vocali dei tre piccoli tenori, ormai divenuti uomini, sono apprezzate in tutto il mondo, anche a seguito di fortunatissimi tour che li hanno visti cantare in giro per il mondo affiancati dai colossi della musica nazionale ed internazionale. Sono passati quasi tredici anni dalla scomparsa di Sergio Endrigo e cinquant’anni dalla vittoria al Festival. La figlia Claudia confidava in questo importante anniversario auspicando al meritato premio alla carriera, purtroppo non è stato così. Abbiamo chiesto a Claudia come ha reagito in merito all’assegnazione del premio Sergio Endrigo per la migliore interpretazione a Ornella Vanoni; abbiamo chiesto cosa l’ha maggiormente delusa e cosa no e ci ha risposto “Non me lo aspettavo e non ne sapevo niente. Ne sono venuta a conoscenza su FB da un amico che lo aveva letto sul televideo. Comunque sono contentisisma che sia stato assegnato ad un’immensa interprete come Ornella. Da questo Festival mi aspettavo il Premio alla carriera come sanno ormai quasi tutti. Però finalemente sul palco è tornata la musica. L’Italia ama moltissimo mio padre, la RAI decisamente no…”.
Claudia ha deciso di raccontare per la prima volta la vera storia di suo padre, in un libro intitolato “Sergio Endrigo, mio padre” perché nessuno lo aveva ancora fatto. Ha raccolto tutti i suoi ricordi, le testimonianze di chi lo ha conosciuto e gli ha voluto bene. Il libro, uscito il 12 ottobre 2017 per Feltrinelli con la prefazione curata da Claudio Baglioni. Un libro che è lo specchio della memoria del tempo che si è tramutata in parole dal sapore nostalgico rivolte ad un uomo che agli occhi di chi lo ha conosciuto appariva malinconico, triste e che scriveva canzoni struggenti come “Canzone per te”. Ma di Sergio Endrigo rimangono i luoghi e le persona, ma soprattutto il ricordo di una figlia che ha voluto raccontare la storia di un uomo che ha cambiato radicalmente la musica italiana e al contempo amava nuotare con lei nel meraviglioso mare di Pantelleria. Claudia è tornata a Pantelleria dopo quarant’anni e ricorda quel momento così: “è stato come se avessi rivisto mio padre là, in quel mare dove lui era stato felice e spensierato. Quel mare che era il nostro elemento naturale. Avevo bisogno di ripercorrere anche la mia vita attraverso la sua. Per questo era necessario immergermi nei ricordi, nelle testimonianze, nei racconti di quanti hanno conosciuto mio padre. Un viaggio unico, a volte doloroso, a volte bellissimo”. Un libro che vuole sdoganare, quindi, lo stereotipo di uomo triste e malinconico, mettendo a fuoco l’immagine di un padre amatissimo e felice.
Il libro ha avuto una gestazione di tre lunghi anni, che ha permesso a Claudia di incontrando tante persone che hanno conosciuto suo padre e lo hanno voluto ricordare come una persona, solare, allegra e per nulla triste. Sergio Endrigo era infatti un grande lettore, amava raccontare le barzellette, gli piaceva molto giocare a tressette e scopa a quindici o ping pong con il suo amico Bardotti. Era un ottimo cuoco, amava il mare, la sua Pantelleria, ma anche il Brasile. Tante importanti testimonianze raccolte nel libro, come per esempio quella di Giorgia Trasselli, attrice e regista italiana che ha recitato in tanti film, tra i tanti ricordiamo “Classe mista 3°A” (1996) e l’ultimo “Miami Beach” (2016). Indimenticabile il suo ruolo di Tata nella serie televisiva Casa Vianello che l’ha vista protagonista dal 1988 al 2007. Numerose le serie televisive in cui l’abbiamo vista: Don Matteo, RIS-Delitti Imperfetti, Distretto di Polizia 10, Un medico in famiglia 7. Giorgia ha conosciuto Sergio Endrigo nei primi anni 80, a Trieste, in occasione di uno spettacolo che fu un grande successo. Il ricordo che le è rimasto impresso di Sergio Endrigo, indelebile nel tempo, è quello di un uomo gentile, simpatico, dolce, che in quell’occasione non voleva cantare ma gli piaceva l’idea di recitare. Licio Felici, un amico del dopoguerra che si era ritrovato con Endrigo nel collegio Niccolò Tommaseo di Brindisi. Siamo nel 1947, erano appena arrivati dall’Istria ed erano stati mandati in questi collegio per proseguire gli studi, li sono diventati amici, fratelli. Avevano gli stessi hobby: Licio si trasferì poi a Lampedusa e Sergio a Pantelleria, facevano le stesse cose; la pesca, le immersioni anche se non le hanno potute condividere.
Claudia ha immortalato delle polaroid che portato in auge ricordi sepolti dal tempo. Racconti di un padre che era diventato cantante e poi cantautore per caso, che era stato inserito nella scuola dei cantautori genovesi perché ha vissuto in quel periodo ma lui si definiva un “cane sciolto”. Claudia è l’ultima Endrigo rimasta e ha voluto lasciare una traccia indelebile nel tempo mettendo a nudo la purezza di un racconto intimo e personale che soltanto lei poteva fare in qualità di figlia e scavando nel passato dei ricordi ha raccontato il vero Sergio Endrigo, con l’auspicio di proiettarlo nella memoria di chi lo leggere, conscio del fatto che dinnanzi a se avrà un documento cristallizzato per il futuro. Il desiderio di questo libro sincero è anche quello di risvegliare le coscienze di molti, anche quella dei discografici, con la speranza che possa essere l’inizio di una nuova avventura. Il libro si presenta intimo e personale sin dalla copertina, in cui vi è una foto che rappresenta l’emblema dell’amore tra padre e figlio, un abbraccio sincero e spassionato, uno sguardo sereno rivolto all’orizzonte “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.
Noi abbiamo intervistato la figlia Claudia in merito al libro “Sergio Endrigo, mio padre. Artista per caso”.
– Chi era Sergio Endrigo?
Bella domanda, difficile rispondere in poche parole. Un uomo complesso, un grande artista, un uomo generoso e coerente
– Chi è Claudia Endrigo?
Ah, forse dovresti chederlo ai miei amici… una donna tosta, generosa e coerente e che si è reinventata mille volte
– Come ha vissuto il successo tuo padre?
Con lo stupore di un bambino..felice perchè quel successo gli aveva dato anche se per breve tempo, la sicurezza economica che non aveva mai avuto. Aver potuto regalare una vecchiaia serena alla madre, dopo una vita di estremi sacrifici era la cosa della quale andava più fiero. E poi aveva potuto coronare i suoi sogni, la casa al mare che amava tanto e una barca.
– Come mai hai sentito l’esigenza di scrivere un libro su tuo padre?
Ho sentito l’esigenza di scrivere il libro pecrhè non lo faceva nessuno ed essendo l’ultima Endrigo, credevo spettasse a me visto che solo io avevo vissuto con lui e potevo raccontarlo dal di dentro. E volevo lasciare una traccia importante per il futuro.
(Angelo Barraco)
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