Emilia Pietropaolo – Satana nella letteratura. E nella nostra vita?
Sulle vette del Caucaso volava
l’esule dal Paradiso: c’era sotto
di lui il Kazbek, la faccia d’un diamante,
che risplendeva con le eterne nevi,
e nereggiando nel profondo, quasi
una crepa dimora della serpe,
la sinuosa valle del Darjal:
e il Terek, saltando come leonessa,
la villosa criniera sulla schiena,
ruggiva: belve montane e uccelli
girando nell’altitudine azzurra
sentivano la voce delle sue acque
Quanto ci affascina la figura di Satana. Non solo nella letteratura se n’è tanto parlato, ma anche nella musica, rappresentandolo con la numerologia simbolica del 666. C’è il Satana che stringe un patto con Mefistofele come nel celebre poema Faust di Goethe, di cui tra l’altro fa da incipit all’altro romanzo di Bulgakov, Il maestro e Margherita, dove compare ancora il diavolo, seppur in maniera diversa. Pensiamo anche alla musica, con Paganini, che si dice che abbia venduto l’anima al diavolo di cui si è anche detto che la musica strumentale fosse opera sua. Detto questo, la figura misteriosa e affascinante del Diavolo è onnipresente nella letteratura europea e non e a me piacerebbe trattare questa figura mitologica e biblica nella sua versione russa. La citazione sopra è tratta dal poema di Lermontov, Il demone; in questo poema è tratteggiato come il diavolo che si innamora della bella georgiana Tamara e non finisce con un happy ending. Ingabbiato nell’inferno, nel fuoco, rappresentato con le corna, nel cristianesimo Satana rappresenta il Male, il distruttore che istiga l’uomo con false promesse a rinunciare al suo legame con Dio. In un saggio James Hillman parla della divinità greca di Pan, tratteggiato come un essere con delle zampe pelose e piede caprino, mentre nel cristianesimo del medioevo, Satana è rappresentato come un mostro orripilante a tre teste.
In Il maestro e Margherita di Bulgakov abbiamo il misterioso e intenso personaggio del professore esperto di magia nera di nome Woland, che appare a Mosca agli stagni Patriarsie, disseminando zizzanie nella Mosca degli anni ’30, coniugando la storia dell’esistenza di Gesù e la storia d’amore tra il Maestro e Margherita.Woland è Satana, però non è rappresentato come un essere malvagio, tutto il contrario, è un personaggio positivo, che riesce a far tornare da Margherita il suo amato Maestro.
Nella letteratura russa è presente la figura del diavolo, basta pensare a Gogol oppure a Dostoevskij. In Gogol, in particolare, nella novella La notte prima di natale (НочьпередРождеством, 1832), entra in scena la figura di Satana, in una maniera grottesca e burlesca, facendo la sua entrata nel villaggio di Dikan’ka.
In questo villaggio, Satana, durante la notte prima di Natale, ostacola la storia d’amore tra il fabbro Vakula e Oksana. Il fabbro Vakula fa una specie di patto con il diavolo per amore, cioè si fa aiutare da chi aveva rubato la luna per portare l’oscurità nel villaggio. Vakula si fa portare a San Pietroburgo dal diavolo per comprare delle costose e belle scarpette per la sua amata.
Mettiamo fine a questa faccenda: mi dannerò l’anima, mi vado ad annegare in un buco nel ghiaccio, e chi s’è visto, s’è visto.
Il diavolo rappresenta il ponte tra il bene e male, anche se, in questo caso, il bene del religioso fabbro Vakula, viene minato dalla presenza del male per una donna.
In procinto di trovare le scarpette per l’amata, si fa dirottare di notte a SanPietroburgo e ci troviamo nell’epoca della zarina Caterina II.
All’inizio aveva fatto molto paura, a Vakula, alzarsi così tanto da terra da non avere più niente vicino, e volare, come una mosca, cosi sotto la luna che, se non si fosse chinato appena, ci avrebbe preso contro con il cappello. Però aveva poi subito ripreso coraggio e aveva perfino cominciato a prendere in giro il diavolo. Lo divertiva moltissimo il fatto che il diavolo starnutisse e tossisse quando lui si toglieva dal collo la crocetta di cipresso e gliela avvicinava. Alzava apposta un braccio per grattarsi la testa, e il diavolo, credendo che si sarebbe fatto il segno della croce, accelerava. Ecco cosa succede durante il loro viaggio nella notte per San Pietroburgo, in groppa al demonio, tirandogli la croce addosso, per ottenere delle scarpe per la sua Oksana; prendere in giro il diavolo, ecco cosa fa il fabbro Vakula. Ma come viene disegnato il diavolo in questa novella gogoliana?
Di faccia, pareva addirittura un tedesco: il muso lungo, irrequieto, che fiutava di continuo tutto ciò che gli capitava a tiro, terminava come nei nostri maiali, in una patacca rotonda di cinque copeki; le gambe erano cosi sottili, che se le avesse avute simili il podestà di Jarensk, se le sarebbe rotte ai primi passi del trescone cosacco. Veduto, invece di spalle, pareva un vero azzeccagarbugli di provincia, perché gli penzolava di dietro la coda, puntuta e lunga come le falde di un’uniforme. Se non che, dalla barbetta caprina del mento, dalle brevi corna sulla testa e dal fatto che tutto lui non era più pulito di uno spazzacamino, si arguiva subito che non era né un azzeccagarbugli né un tedesco, ma semplicemente il demonio, al quale quest’ultima notte avanzava per girare il mondo, spiando i peccati degli uomini.
Per tanti anni abbiamo avuto paura dell’ignoto, in particolar modo della figura di Satana, onnipresente nella letteratura, nel cinema e nella musica, gli abbiamo dato modo di governare la nostra vita, anziché affrontarlo. Quando accade qualcosa che va controcorrente nella nostra società, incolpiamo il demonio. Quanto influisce la figura di Satana nella nostra vita ora?
Emilia Pietropaolo
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