Giancarlo Ghezzani – Largo all’Uroboro – Il Manifesto
Il Curatore di questa rubrica intende trasporre in forma critico-letteraria ciò che rappresenta l’Uroboro. Questa immagine è stata per secoli impiegata dalle più raffinate intellighènzie, divenendo silenziosamente sempre più presente e rilevante nella nostra mutevole società. L’Uroboro rappresenta la rinascita, la rigenerazione, il rinnovamento ed è proprio su questi concetti che gli articoli metteranno radici.
L’impavido lettore che decidesse di appropinquarsi nelle letture che seguiranno la filosofia del drago che si morde la coda, sappia che nascono tutte dalla necessità intrinseca dell’Autore. È da troppo tempo che tematiche di grande spessore umano e intellettuale vengono obbrobriosamente distrutte da argomentazioni vecchie, prive di originalità e di intraprendenza personale.
Qui nessuno ha la presunzione di voler produrre un’opinione o un commento di maggiore spessore rispetto a quelli elaborati da altri, bensì vi è la volontà di far emergere punti di vista diversi, trascurati. Serve avere coraggio, essere anticonformisti senza sfociare nel grottesco. Bisogna abbandonare la sicurezza che ci è stata data dalle raffinatissime analisi e interpretazione secolarizzate dei nostri padri intellettuali: abbiamo il dovere di onorare il loro Genio approfondendo, osservando con occhi e menti diverse e, perché no, riuscendo a controbattere ciò che ci hanno tramandato, con fine ingegno e spirito d’iniziativa.
Voglio sottolineare nuovamente la centralità dell’Uroboro in tutto questo. Dobbiamo accettare la nostra tendenza naturale al rinnovamento intellettuale, liberandoci dai nostri stessi assiomi letterari poiché sopravviviamo intellettualmente “consumando” quelle che erano le idee e le opinioni di un tempo senza più porsi il dubbio che ci possano essere altri spunti di riflessione perché o si rischia di sfociare nel banale o nel “vilipendio” del metodo classico.
Non voglio lasciar intendere che le rilevantissime e innovative analisi e interpretazioni del passato debbano essere abbandonate o offese, paradossalmente ne sono un grande sostenitore e proprio in ragione di questo dico che non bisogna esasperarle snaturandole; vanno riscoperte e reinterpretate senza intermediari, usandole quindi come materiale per creare qualcosa di originale restando ugualmente fedeli e rispettosi delle origini. Si parla di filologia ai massimi termini.
Largo all’Uroboro è uno spaccato palingenico della società odierna. L’ecpirosi intellettuale con cui verranno trattati gli argomenti a discrezione dell’Autore, è adatta a coloro che come l’Uroboro sono in costante rinnovamento personale, restando sempre fedeli a quella che è la propria natura: perché, come l’Uroboro, si può cambiare anche rimanendo esattamente gli stessi.
Giancarlo Ghezzani
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Largo all’Uroboro, il Manifesto
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