Gordiano Lupi – Le ciminiere di Tor del Sale
Presto ci lascerete ciminiere antiche, siete d’intralcio al futuro, a quel che dicono, ma in questo crepuscolo d’ottobre svettate in un cielo tutto nubi, imponenti e altere, come un tempo. Il padule solo, abbandonato, Orti Bottagone del ricordo, i pali immaginari d’una porta, in un romanzo che un piccolo scrittore volle dedicare al suo paese, acquitrini lacustri, neri d’inchiostro, soffusi di tristezza. La Centrale dismessa, come un rudere, inutile castello di lamiere, accanto il mare e il suo eterno ritorno. Mi mancherete compagne ciminiere, siete il panorama consolante di quel ragazzo che tornava a casa da una vacanza, da un viaggio, da una partita giocata chissà dove. Mi mancherete quanto l’altoforno che un giorno è caduto, ginocchia ormai tremanti, lasciandoci in attesa d’un futuro che ancora va tutto costruito. Il pianto antico non è per quel che perdi, un simbolo che cade, un panorama che spezza il già vissuto, un sogno stemperato dal pensiero. Il pianto antico è per l’incertezza del domani, se un simbolo che cade non ci porta a percorrere convinti strade nuove.
Gordiano Lupi
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