L’Editoriale di Vincenzo Trama
Car* tutt*
Marzo ci sboccia accanto con primule e vaccini – almeno si spera – e noi siamo qui, più al chiuso che mai, a tender le virtual braccia a voi, o lettori, che agognavate da dicembre il Nostro Ritorno per leggere la rivista più alchemica del web (non ce ne voglia Matteo B.Bianchi, ‘Tina ce la mangiamo a colazione).
Giunta è l’ora di legarci all’Albedo: di tal tema, che è costato più di un collasso nervoso alle nostre penne, è responsabile il mai domo Ferrux. Se avete sicari da assoldare contattatemi pure, aggiungo la mia quota.
Nonostante la complessità dell’argomento i fidi collaboratori del Foglio Letterario non si sono sottratti allo scontro; del resto è periodo di Premio Strega, siamo abituati ad incrociare i guantoni con Golia di vario tipo (a proposito, segnatevelo: vince Ciabatti). E allora ecco che Patrizia Raveggi ci guida in un excursus monstre che sfida una delle regole non scritte dell’internet: la brevità. Tuffatevi nel suo pezzo, se ci riuscite. E se non ce la fate chiedetevi quante volte avete fatto i fighi con Infinite Jest sotto braccio. Per non tacer di Bolaño, che oggi va più di moda dei Måneskin (a proposito, segnatevelo: Damiano solista). Lo so che non li avete davvero letti, ma Patrizia ha scritto qualche riga di meno, ve l’assicuro. Luca Palmarini invece ci guida per la città di Katowice, regalandoci nel suo consueto Pianeta Est un reportage narrativo che è ormai pietra angolare della nostra rivista. Segnalo anche la recensione del suo Nowa Huta, La città ideale, toh, da parte di un certo Vincenzo Trama (a proposito segnatevelo: futuro Premio Strega, presumibilmente dopo la Ciabatti). Ma anche il giovin Lucignoli, che mixa come la sua rubrica titola arti disparate per cavar fuori un cocktail da sorseggiare senza timori di lockdown. Inoltre abbiamo il nostro consueto parterre di tavole a tema: questa volta i nostri illustratori si sono superati, segno che dopotutto il Ferrux ci aveva visto lungo (ma anche il sicario, mi dicono, non ha bisogno di oculista. Uomo avvisato…). Ma visto che all’ortodossia siam per natura contrari, ci concediamo come sempre fuori pista in grado di soddisfare i nostri lettori più anarchici: Gordiano Lupi ci omaggia con l’ennesimo ritratto letterario, questa volta occupandosi di Umberto Saba. Mirko Tondi continua con la sua rubrica a distillare consigli di scrittura, occupandosi della narrativa breve. In più, e scusate se è poco, inauguriamo ben due rubriche: Parziali ritratti d’autore di Antonio Messina è il continuum di un percorso iniziato a suo tempo con Gianfranco Franchi. Che fa Antonio nei suoi pezzi? Semplicemente parla di noi, del Foglio Letterario, della sua storia, delle persone che l’hanno resa una bellissima realtà nell’arido panorama editoriale, fatto di tromboni o di hipster dalla barba stazzonata: lungi! La seconda rubrica invece è la Panchina di Dardano Sacchetti. Sceneggiatore per Dario Argento, Deus Ex Machina del mai troppo compianto Tomas Milian nei panni di Er Monnezza, Dardano è una delle menti più brillanti del nostro cinema italiano: per farvi un’idea più completa del suo profilo concedetevi una googlata tra un Tik Tok è l’altro; per dire, vi siete accorti di che fuoriclasse ci siamo dotati? La panchina sarà il suo luogo privilegiato per riflessioni di vario genere, senza dar conto ai piccioni in cerca di briciole: quelle le lasciamo ai bolsi critici che amano piluccare molliche tutte uguali, insipidi ammassi di pane ammollati.
E poi Santacroce e il suo Bending, le recensioni di libri, i racconti, le poesie: avete da che leggere per i prossimi tre mesi!
Insomma, pronti a tuffarvi nell’albedo? Come, ancora non avete capito cos’è? Oh, allora per averne un minimo di idea non vi resta che sfogliare la rivista…nel frattempo preparate le ciambelle, ci si vede a giugno con…
“Male, profumo di male!”
Vincenzo Trama
Libertà è partecipazione!
(Foto da: https://www.amazon.co.uk/Writer-Art-Print-Silhouette-Illustration/dp/B01NCUKLU1)
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