Lodovico Balducci
Lodovico Balducci M.D. è nato a Borgonovo Valtidone (Piacenza) il 7 aprile 1994. È cresciuto a Rimini e nel 1962 ha ricevuto la maturità classica dal Liceo Giulio Cesare. Nel 1968 si è laureato in medicina e chirurgia alla Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma. Dopo aver prestato servizio militare come ufficiale medico a Cesano di Roma dal 1971 al 1972 si è trasferito a Winnipeg in Canada e da lì a Jackson nel Mississippi nel 1973, dove ha lavorato per 14 anni alla University of Mississippi e al Veterans Hospital. Nel 1987 si è trasferito alla University of South Florida in Tampa e dal 1992 è stato Senior Member al Moffitt Cancer Center e professor of medicine at the University of South Florida College of Medicine. È andato in pensione come Senior Member Emeritus e Professor Emeritus nel gennaio 2018.
Al Moffitt Cancer Center che è il terzo in termini di grandezza dei 39 NCI designated Cancer Centers negli USA, Balducci ha fondato il primo programma di oncologìa geriàtrica nel mondo e ha istruito in questa specialità professionisti provenienti da tutti i continente. Ha pubblicato sette libri di testo e circa 400 articoli scientifici in questo argomneto e è universalmente riconosciuto come il “padre della Oncologia Geriatrica.” Parla correntement cinque lingue e ha tenuto lezioni e corsi in tutti i continenti.
Per i suoi meriti scientifici ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali quali:
- Il primo premio Paul Calabresi dall’International Society of Geriatric Oncology (SIOG) a Roma nel 2002
- Il Sigismondo D’oro di Rimini nel 2002
- Il primo premio BJ Kennedy per eccellenza in Oncologia Geriàtrica dall’American Society of Clinical Oncology (ASCO) nel 2007 a Chicago
- Il premio Claude Jacquillat dell”international Society of Anticancer Research a Parigi nel 2008
- Il professorship NImmo della University of Southern Australia in Adelaide nel 2008
- Il premio Mehdi Tavassoli a Jackson Mississippi nel 2008
- Il premio Enzo Piccinini dell’università di Modena nel 2015
- Il primo premio per “Lifetime Achievements” del SIOG a Varsavia nel 2017
Figlio di due professori di lettere ha sempre avuto interessi letterari, che ha potuto sviluppare più liberamente negli ultimi anni.
Ha pubblicato:
Un memoir in Inglese Intitolato Megalies nel 2015.
Due collezioni di poesie : Poemetti Quasi Sacri (KimeriK) 2018 e Rosario (Panda)2018 e un monologo intitolato Giobbe (Salento Books) 2018.
Ha ricevuto i seguenti riconoscimenti:
1959 Primo premio primo trebbo poetico Riminese.
1960 Secondo premio Trebbo poetico riminese annuale.
1960 premio per la composizione “Incontro Con Cristo” bandito dalla Gioventù Studiosa di Rimini.
2017 primo premio attore Artemisia a Bari per il monologo Giobbe.
2018 Premio Perola Castelfranco veneto per una raccolta di poesie.
Il monologo Giobbe èstato prodotto in anteprima dal regista Antonio Minelli a Bari il 24 Ottobre 2018 al teatro Royal Anchecinema.
Vuoto di Natale
Una carrellata di giornali
Da districare dopo una alluvione
Pagina per pagina
Dietro una porta che
Si accende e si spegne
Perchéun vecchio interruttore demente
Sguinzagliato sull’autostrada
Ha innestato
Una catena di incidenti.
Impressioni, sogni, memorie da sortire
Collassati in un pacco di cartone
Minacce in serie
Di un distacco di retina
Flashes
Che emergono e svaniscono
Prima di poter riconoscere le silhouette,
Solo accenni di colore
(due montgomery arancione cercano di pescare tra gli scogli
Una sedia per la nonna grigia
Impellicciata ma ancora tremolante
Nella chiesa zeppa come un ossario
Gelida come un sepolcro
A mezzanotte incolore)
Riempiono il vuoto o si riempiono di vuoto
Confine intercambiabile di visioni.
Procediamo, ma verso dove, da dove?
Natale fu spezzettato come la concubina del levita
Violentata e uccisa in Gabba
Distribuita
Un pezzo a ogni tribù di Israele.
Le tracce di Natale ci dirigono
In tutte le direzioni della rosa dei venti
Senza garanzia:
Se ci affidassimo a testa e croce
Potremmo sbagliarci almeno nel settantacinque percento dei casi
Ma forse anche nel cento percento.
La mia storia è stata filtrata
Prima ancora che avvenisse:
Ho creato le memorie selettive
Per giustificare
Ogni segno di contraddizione
Della mia identità sessuale,
Spegnendo la mia dignità
Esaurendo le mie aspettative
Nei tesori di un granaio irraggiungibile
A cominciare
Con una bicicletta rossa sgargiante
Senza cannone
Che mi canzonava ai piedi dell’albero.
Al massimo ho potuto memorizzare
Maschere natalizie,
Sintassi serpentine
Che bruciavano lo stomaco
Dopo aver riempito la bocca di miele
Come i plichi dell’apocalisse.
Memorie a due dimensioni, modelli
Di compensato o di cartapesta
Si alternano nello scenario di una festa
Che forse non è mai avvenuta
Come il crollo delle mura di Gerico
O la spartizione del mar rosso.
Spossati da settedecadiemezzo
Rifiutiamo di partecipare
Ancora una volta
Alle prove generali del Natale.
Lodovico Balducci
Note esplicative
Il sintomo più tipico di un distacco di retina è una serie di flash visivi.
I due montgomery arancioni rappresentano i due fratelli Minguzzi nell’inverno 1955 per la messa di mezzanotte. Il padre li aveva incaricati di trovare una sedia su cui la nonna, la venerabile signora Graziella, una vecchietta fragile, potesse sedersi.
Nel capitolo 19 del libro dei giudici si legge la storia orripilante della sposa del levita. Gli abitanti di Gabba, nello stato di Beniamino, dove il levita, la moglie e il loro servo avevano passato la notte, si impossessarono della donna e la violentarono per tutta la notte e alla fine, morta di sfinimento, la depositarono ai piedi del marito. Questi ne tagliò il corpo in 12 pezzi e li distribuì alle 12 tribù come richiesta di aiuto per punire i beniamiti di questo misfatto.
La bicicletta è stata la minaccia più costante alla mia identità sessuale. Poiché avevo una sorella più piccola, tutte le biciclette regalo che ho ricevuto da bambino erano biciclette da donna, perché cresciuto potessi passarle a mia sorella. Quando finalmente avevo raggiunto la statura finale, il nonno, che non sapeva cosa regalarmi per la prima comunione, mi ha regalato una bicicletta da donna che aveva comprato per sé. Per cui in tutte le passeggiate con i miei amici maschi avevo una bicicletta da donna rudimentale.
Natale, perplessitàdi Giuseppe
A Nazareth
Ogni borbottio, ogni sguardo, ogni sorriso
Mi chiama cornuto e credulone
Un utile idiota.
Non è una definizione
Invidiabile
Per essere stato prescelto ad allevare il figlio di Dio.
E se l’angelo fosse stato in combutta
Con Giacchino, Anna e Maria?
Vatti a fidare degli angeli: ce ne sono migliaia che svolazzano come gabbiani
Sulla spiaggia
In cerca di avanzi.
Un commerciante di barche
Venuto da non so dove
Mi ha convinto a comprare una barca nuova
A un prezzo spropositato come un previlegio
Perché è fatta esclusivamente di cedro del Libano
E io non ho bisogno della barca
Perché sono falegname e le barche le costruisco
Non so nuotare, non so pescare
E odio il pesce.
Ma l’angelo mi ha convinto:
E non potevo farmi sfuggire un’occasione che non si sarebbe presentata mai più.
Però non mi è stato concesso di controllare
Se era veramente illibata:
Le mie figlie e le mie nuore sostengono
Che sono stato accalappiato da una maliarda quindicenne
Che fa resuscitare i morti
E ne aspira la vita
Insieme alla loro eredità
Attorcigliando le sue cosce intorno a un vecchio tronco
Mentre per dieci anni
Non ho usato il mio membro altro che per innaffiare la terra
E la vecchia pompa richiede ogni giorno più sforzo
Per iniziare a esprimere poche gocce dolorose,
Ma questo non lo posso spiegare alle donne della mia famiglia
Che mi danno il posto d’onore a tavola
Aspettando che sciolga i legacci della borsa
E se possibile tiri le cuoia.
I sorrisi dei miei parenti potrebbero uccidere Maria.
Senza dubbio è molto dolce e non si può immaginare
Che abbia inventato la storia dell’angelo
Sicuramente non si è mai accostata a me o sfiorato il mio inguine
Neppure con il dorso della mano
Ma so anche che non mi posso fidare delle donne:
Le mie nuore e le mie figlie
Non aspettano altro che fare a pezzetti il vecchio patriarca
E dividersi i mei resti
Come la concubina del levita
Distribuita a tutte le tribù di Israele
Dopo aver pianto tre giorni come iene:
Simulando disperazione per avermi perduto per sempre
E ritornato alla terra
Stracciando i vestiti più vecchi del loro guardaroba
Quelli che anche i poveri si vergognano a portare
Un funerale è la migliore scusa per
Una pulizia generale.
Ma è impossibile resistere all’impulso
Di proteggere questo bambino inerme
Che si sveglia solo per chiedere di mangiare
E altrimenti dorme indifferente
Alla minacce che come la neve fuori della capanna
Come le nubi nel cielo grigio di dicembre
Si accumulano intorno a lui
E su di lui,
Ignaro
Dei lupi che ululano nei boschi
Dei ladroni in agguato dietro ogni albero
Assetati di oro e di sangue
Dei sacerdoti, affamati di potere
Pronti a gettare un bastardo nella Gehenna
Perché non contamini il tempio
E non pretenda la carità
Delle mie figlie e le mie nuore
Pronte a asfissiarlo con un abbraccio.
Questo è un Dio che posso amare
Senza averne paura
Perché è un Dio che ha bisogno di me.
Questa strana notte
Ha capovolto per sempre la mia prospettiva
Non ho più paura di Dio,
Ho paura per Dio.
Non mi importa se le comari di Nazareth
Commenteranno
Che Gesù non mi assomiglia
E i miei amici si diletteranno
A coronarmi di corna
Quando lascio l’osteria.
Ho smesso di domandarmi
Chi può essere il padre del bimbo
Che ho accettato di allevare
Perché sono stato invitato a partecipare
Della vita di Dio.
Lodovico Balducci
Note esplicative
Nell’antico medio oriente si pensava che l’aria fosse piena di spiriti. Sappiamo dalle lettere di Paolo e dai testi rabbinici di quel tempo che gli angeli erano considerati gelosi degli uomini e pronti a ingannarli.
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