Marco Amore – Farràgine
Ci troviamo di fronte, letteralmente, a un ‘libro-massa’, è bene dirlo subito, e credo che non ci siano facili apparentamenti con altri autori coetanei di Marco Amore (pur nei limiti che un libro d’esordio può avere), in quanto a struttura della materia trattata, in quanto a stile, in quanto a luoghi in cui il lettore viene trascinato da una corrente immaginativa sincopata e inarrestabile.
Dalla prefazione di Giovanna Frene, La Vita novadi un Battello ebbro, ovvero le norme per una navigazione amorosa
Farràgine
Fuori le fronde degli alberi aggrovigliate su se stesse da un vento ferino d’estate
(le foglie svolazzanti da parte a parte realizzavano vortici vivaci, variopinti)
Accompagnata da un adulto
che interrogava i declivi durante uno spettacolo Tv,
la ragazza bruna con gli occhi in orbita
per la luna piena che seguiva lo stesso itinerario
Allora la ragazza bruna con gli occhi in orbita
non si poteva cogliere
dentro l’urlo di una bambina supina con le mani esili
protese a difendersi la testa
Il suo grido era il patatracabbastanza chiaro
di una brocca in frantumi
Per cui tre volte al mese le accadeva di essere in pigiama. La luna che maculava gli alberi le friniva ininterrottamente tra le trecce
*
ore ventitré in punto. Manca poco a mezzanotte e tre quarti
Al centro del suo ufficio legale appese il quadro con le ninfe di Jan Vermeer: quelle intorno a Diana, col manto in tinta unita, sembravano sorelle accapigliate
«Testa o croce», disse la sorella maggiore
Non erano convinte di niente né pronte a farla finita
ma purtroppo il fucile
regalò una martire alla notte
senza che nessuno disse addio
Insonnia e Winston Blue
C’è quest’ombra che attraversa il cuscino
di sera
una falena che affusola dita flessibili
i piedi in un paio di scarpe chermes
come risate in diretta
on air
*
svegliato da un sonno ipnagogico
spalanco le palpebre
di fronte alla minaccia del sonno
Ogni sera il medesimo quesito, e ogni sera
le falene con le ali ai piedi
si prendono gioco di me
(beltà che si
sfama
calpestando scalza
muliebri forme
di verde
all’ombra di un ginepro
che serpeggia informe
all’ultimo raggio di sole
dove germoglia la speme)
i colori della vanità sono tenui
come sfumature pastello,
ma basta prendere appunti…
(enuncia tutte le montagne eccetera. Di’ che i segreti del mondo riposano nei luoghi remoti, dove la luce penetra dalla porta sul retro)
un quarto di sigaretta nel posacenere vuoto
quanto la sensazione
di chi sogna
di cadere nel vuoto mentre dorme
Marco Amore
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