Vincenzo Trama – Solo Radio Wild – di Elisa Emiliani
Elisa Emiliani
Solo Radio Wild
Dalia Edizioni – 192 pagine – Euro 14
Dopo lo sperimentalissimo Trovami un modo semplice per uscirne di Nicola Nucci e il punk UVA.Una vita altrove di Giovanni Capotombolo, Dalia Edizioni ci racconta nuovamente questi folli tempi che viviamo con Solo Radio Wild di Elisa Emiliani, terza uscita per la collana Crono Corrente. Un libro con tante domande dentro, a partire proprio dai titoli dei ventiquattro capitoli che costituiscono il romanzo stesso; e sono dopotutto gli interrogativi che marcano più di tutto le esistenze dei millennials, protagonisti di Solo Radio Wild. Giovani non più giovani alla ricerca di se stessi prima ancora che di una professione stabile, o di una presunta maturità procrastinata con il prossimo affitto da saldare e un conto in rosso in picchiata suicida. Sonia, artista precaria con una docenza altrettanto precaria sulle spalle, è al centro di questa storia che si dipana attraverso le brume di un presente a tinte fosche: la sua mentore, Telma, è da poco spirata lasciandola sola nelle incertezze in cui la sua generazione sembra essere imbevuta. La sua esistenza pare prendere una piega diversa quando viene pubblicato il bando di direzione del centro artistico che dirigeva Telma e in cui lei stessa insegna: riuscirà Sonia a prendere per una volta la vita per il collo, evitando di sentirsi soffocare come le sta accadendo da quando ne ha memoria? In mezzo a questa sua personale battaglia annaspano tipo pesci nell’acquario personaggi come Cece, amico prima ancora che coinquilino alla perenne ricerca dell’Amore, Federico, antica fiamma con una famiglia ormai sulle spalle e con un presente però fragilissimo, Edoardo, artista, con cui sembra impossibile riuscire a intendersi sul concetto di relazione. Tutte umanità al limite del burnout, come ricorda anche Radio Wild con il programma intitolato non a caso Burnout generation, che Sonia manda a rotazione ogni volta che ne ha modo: una specie di mantra che cerca di sedare ansie che ognuno di noi – mi ci metto anch’io, dopotutto – ha nutrito negli anni che lo hanno formato, complice un mondo adulto che non ci ha permesso di sgomitare come forse avremmo dovuto fare, ancora più forte, picchiandoci sulle gengive per venirne fuori almeno un po’ più consapevoli. Fugge da questa schiera di cartonati in panico Mimoza, una mental coach perfettamente in sintonia con il mondo circostante e che sembra l’unica, assieme alla presenza eterea di Telma, a dare un minimo di stabilità agli squilibri individuali di cui questo libro è pregno.
Un ritratto onesto e sincero, forse anche troppo ottimista, sul caos che vivono dentro i Millennials, senza che questo generi per forza una stella danzante. Certo, sempre meglio che far parte della Generazione Z, di cui abbiamo venduto l’innocenza per arricchire orribili affaristi d’anime, ma in fondo per loro la speranza è che sappiano destarsi prima di quanto siamo riusciti a fare noi nelle nostre sciagurate vite in attesa, neanche spuntasse davvero Godot da un momento all’altro.
In fondo il Portogallo è lì, dov’è sempre stato: siamo noi che non ci siamo mossi fino ad adesso. O no, Sonia?
Vincenzo Trama
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